Un viaggio in Nepal

2014 ©Photo Daniele Gussago

Un viaggio in Nepal alla scoperta di una cultura millenaria che trae la sua forza da un ambiente naturale unico, la catena dell’Himalaya. Accostare l’opera dell’Uomo a quella della Natura per celebrare una spiritualità genuina, autentica, senza le sovrastrutture delle religioni complete e compiute che spesso perdono di vista la loro stessa origine. Questo percorso iniziato a Kathmandu e proseguito nella valle del Khumbu fino alla base dell’Everest è un continuo rimando alla vita interiore usando come chiave d’accesso la Natura in una delle sue più imponenti espressioni. Le culture nepalese e tibetana hanno un approccio contemplativo alle grandi montagne. Alla domanda “perché vuole scalare l’Everest?” George Mallory rispose con l’oramai famosa frase “Perché è lì”. In questa semplice risposta c’è l’abisso di differenza tra la nostra e la loro cultura. Non a caso altre montagne nepalesi e tibetane sono dichiaratamente chiuse all’alpinismo in quanto sacre. Una saggia decisione per salvaguardare una identità culturale prima ancora che naturale.

Queste fotografie sono state ottenute da negativi bianconero di medio e grande formato. Questa modalità non ha solo aspetti tecnici strettamente legati alla qualità delle immagini. Ha anche un’importanza più intima. La necessità di una grande cura nell’inquadratura, il tempo necessario per lo studio e il calcolo dell’esposizione richiede un rapporto prolungato con il soggetto, la valutazione della luce e, se necessaria, una lunga attesa. L’assenza di ogni automatismo elettronico riporta l’atto fotografico ad una dimensione più “contemplativa” in contrapposizione alla velocità e superficialità caratteristiche del mondo “digitale” e quindi più affine all’ambiente naturale e culturale in cui si opera.
La modalità espositiva adottata è quindi il dittico, l’opera della Natura e l’opera dell’Uomo in un dialogo continuo, pacifico e intimo.
Questa mostra, composta da oltre 50 immagini stampate a ingranditore su carta baritata e con viraggio al Selenio, è stata esposta presso la galleria Wavephotogallery di Brescia e presso le sezioni CAI di Brescia e Desenzano del Garda.

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